Presidio Nazionale per Anan Yaeesh, Ali Irar e Mansour Doghmoush

Presidio Nazionale per Anan Yaeesh, Ali Irar e Mansour Doghmoush

Si avvicina alla conclusione il processo ai tre cittadini palestinesi Anan, Ali e Mansour, in corso presso il tribunale de L’Aquila. Nella prossima udienza, prevista per il 21 novembre, si chiuderà l’istruttoria dibattimentale, prima delle conclusioni del Pubblico Ministero e della difesa.

Finora non è emerso alcun elemento incriminante a carico degli imputati. Il diritto internazionale e il diritto internazionale umanitario – dalla Risoluzione ONU 37/42 alla Carta delle Nazioni Unite, fino alla Convenzione di Ginevra – riconoscono il diritto del popolo palestinese alla resistenza contro l’occupazione militare illegale, anche attraverso il ricorso alle armi, purché non vengano coinvolti civili estranei al conflitto. Nel corso del processo non è emerso alcun superamento di questo limite.

Un punto centrale è stato il tentativo dell’accusa di presentare un insediamento illegale israeliano, che ospita anche una base militare, come una semplice cittadina civile israeliana. Per sostenere questa tesi, la Procura ha cercato di inserire nel fascicolo un documento proveniente dall’ambasciata israeliana a Roma, ma il giudice ne ha negato l’ammissione. In risposta, l’accusa ha richiesto di convocare l’ambasciatore israeliano come testimone nella prossima udienza.

La presenza stessa dello Stato genocidario di Israele in aula, chiamato dalla Procura, è purtroppo coerente con la politica di complicità dell’Italia con l’occupazione israeliana dimostrata anche nel corso di due anni di conclamato genocidio.

Meritevole di condanna politico-giuridica è che nel luglio del 2024 la Corte Internazionale di Giustizia, oltre a condannare l’occupazione israeliana e le politiche di insediamento, ha anche indicato che tutti gli Stati membri dell’ONU hanno non solo l’obbligo di non riconoscere la situazione illegale derivante dall’occupazione, ma anche di non fornire assistenza o aiuto al mantenimento di tale situazione.

Riteniamo che, oltre al fatto che l’ambasciata israeliana sia stata chiamata a testimoniare dalla Procura della Repubblica italiana, questo processo, per come si è sviluppato, rappresenti l’ennesima palese violazione di quanto disposto dalla CIG, e che sia indubbiamente un processo volto a spezzare e colpire qualsivoglia forma di resistenza nei Territori Palestinesi occupati e a fornire assistenza attiva da parte dell’Italia a Israele nel mantenere tale occupazione in piedi.

Invitiamo tutti a partecipare al presidio davanti al Tribunale de L’Aquila nella giornata dell’udienza di venerdì 21 novembre, per esprimere solidarietà ad Anan, Ali e Mansour, e per ribadire che la resistenza non si arresta né si processa!

in 3 days
Tribunale dell'Aquila
via Pile 7, 67100 L'Aquila, Italy
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