CORTEO STOP AL GENOCIDIO E ALL’OCCUPAZIONE IN PALESTINA

CORTEO STOP AL GENOCIDIO E ALL’OCCUPAZIONE IN PALESTINA

LIBERTÀ PER ANAN YAEESH, ALI, MANSOUR, TAREK, AHMAD SALEM E SHAHIN

LA RESISTENZA NON È TERRORISMO

STOP ACCORDI – SANZIONI ED EMBARGO ORA!

sabato 13 dicembre

ore 14:30

Piazza Vittorio

In Palestina il genocidio e la pulizia etnica continuano senza sosta.

Mentre media e governi provano a spegnere i riflettori, a normalizzare l’orrore e a trasformare un massacro in una “questione geopolitica”, sta a noi tenerli accesi: nelle piazze, nei territori, nelle scuole, ovunque.

Questo piano colonialista ha un obiettivo chiaro: svuotare le piazze, reprimere il dissenso, spegnere la mobilitazione popolare.

Oltre metà della Striscia è stata occupata e suddivisa in zone gialle, blu, verdi e rosse, tutte sotto il controllo dell’esercito israeliano.

Si spara contro chiunque tenti di raggiungere la propria casa distrutta o i terreni agricoli, costringendo la popolazione palestinese a uno stato di sfollamento permanente.

“Israele” continua a violare tregue e a colpire popolazioni e territori, estendendo l’aggressione anche oltre i confini palestinesi.

Nel sud del Libano stanno costruendo un nuovo muro di separazione, un altro muro della vergogna, come quello che in Cisgiordania frammenta, isola e imprigiona intere comunità.

In Cisgiordania i coloni “israeliani”, protetti dall’esercito, continuano ad assaltare villaggi palestinesi: case date alle fiamme, campi distrutti, civili aggrediti, bambini terrorizzati.

A Gaza la realtà è quella di un assedio totale: fame, mancanza di acqua, assenza di cure sanitarie, ospedali e scuole distrutti, migliaia di palestinesi uccisi.

Non è guerra: è sterminio pianificato.

Mentre questo accade, in Italia si costruisce un apparato repressivo per colpire chi parla, chi insegna, chi si organizza e chi manifesta.

Dopo il decreto sicurezza, arriva il decreto “Gasparri”, che colpisce direttamente il mondo della scuola e dell’università: un tentativo chiaro di censurare la Palestina dai programmi scolastici, dagli spazi di dibattito, dalla ricerca, dalle assemblee studentesche. Vogliono trasformare la conoscenza in propaganda e l’istruzione in silenzio.

Ora, con i disegni di legge Delrio e Fassino, si compie un passo ulteriore e pericolosissimo: confondere deliberatamente antisionismo e antisemitismo, per criminalizzare chi denuncia le politiche coloniali e di apartheid dello Stato di Israele.

Questo serve a colpire il di movimento di solidarietà e a intimidire docenti, studenti, militanti e rendere di fatto reato supportare la liberazione del popolo palestinese.

Questi provvedimenti dimostrano, ancora una volta, ciò che diciamo da tempo: il Partito Democratico è parte integrante di questo sistema di complicità.

Dalla destra alla cosiddetta sinistra parlamentare, il sostegno politico, economico e militare a Israele è trasversale. Dopo oltre 70.000 martiri palestinesi non accettiamo più balbettii, distinguo o ipocrisie. Questa non è ambiguità: è complicità diretta.

Anan Yaesh, Ali Arar e Mansour sono tre partigiani palestinesi. Non possono essere processati per la loro lotta: la resistenza non si processa e la resistenza non è terrorismo.

Così come è inaccettabile la detenzione Tarek dal 5 ottobre 2024, di Ahmad Salem da oltre sei mesi e l’arresto dell’imam di Torino Mohamad Shahin: esempi evidenti di persecuzione politica.

LE NOSTRE RICHIESTE SONO CHIARE:

– Fine immediata del genocidio e dell’occupazione della Palestina

– Ingresso libero e incondizionato degli aiuti umanitari a Gaza

– Stop a ogni accordo e cooperazione con lo Stato di Israele

– Boicottaggio accademico, militare, culturale, economico, sportivo e politico

– Sanzioni internazionali ed embargo sulle armi

– Libertà per tutti i prigionieri politici palestinesi e per Mohamad Shahin

– Inserimento della Nakba nei programmi scolastici e nella memoria collettiva

In vista dell’udienza del 19, è fondamentale che il 13 dicembre si accenda l’attenzione e si rafforzi la mobilitazione per Anan, Ali e Mansour. Invitiamo tutte e tutti, partiti, movimenti, collettivi e sindacati, a partecipare numerosi al presidio davanti al Tribunale de L’Aquila il 19 dicembre alle ore 9:30.

Non è estremismo: è dignità.

Non è violenza: è resistenza politica, storica e umana.

PALESTINA LIBERA

FERMIAMO IL SIONISMO CON LA RESISTENZA

in 2 days
Piazza Vittorio
Piazza Vittorio, 00185 Roma, RM
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